Volge al termine la Giornata della Memoria, evento certamente importante e ripreso (doverosamente) da quasi tutte le testate giornalistiche nonchè da molti blog. Oggi è stata l’occasione per cercare, leggere, ricordare, alle volte andando anche ben al di là del necessario: proprio ieri sera, durante il tg2 delle 20:30, abbiamo potuto vedere una serie di immagini che definire “forti” è un eufemismo. Non metto certo in discussione il fatto che ricordare è importante, e ricordare non è parziale: come giustamente diceva Fazio durante Che Tempo Che Fa di sabato sera, spesso la memoria si ferma un passo prima, alla soglia dell’orrore più puro.
D’altra parte, leggo (e condivido) l’amarezza con cui Gad Lerner, in un post sul suo blog, commenta la “pornografia della Shoah” (riferendosi alle novecento pagine del libro “Le benevole”, di Jonathan Littell, edito da Einaudi).
Voglio riprendere e rilanciare la considerazione di Lerner, facendo riferimento a quello che ho visto (e letto) durante questa (importantissima) Giornata della Memoria: è davvero necessario, per ricordare, arrivare alla morbosità, alla pornografia, oppure stiamo solo cercando di risvegliare una sensibilità ormai anestetizzata dalla violenza quotidiana?
In questo secondo caso, dovremmo dedurre che in 50 anni, in fin dei conti, l’umanità abbia imparato ben poco…
Giornata della memoria, così era definita la giornata che ha visto la kermess di film, servizi nei telegiornali e testimonianze di ebrei sopravissuti alla Shoa.
Strana cosa la giornata della memoria quando dimentica le vittime della follia nazista NON ebrei.
Certo 6 milioni di morti sono un numero grande, immenso, oltre ogni immaginazione.
6 milioni di esseri umani la cui appartenenza alla progenie di Abramo è stata colpa sufficente per i loro aguzzini.
Non è voglia di revisionismo, nè negazione della ricerca della distruzione di un popolo, ma una sensazione di fastidio, di ipocrisia, nei campi non perirono solo gli ebrei, l’epurazione della razza (così la vedevano i nazisti) iniziò dapprima con gli “impuri”, i malati di mente che iniziarono a morire per “polmoniti” (iniezioni letali) negli ospedali psichiatrici mentre nelle scuole e nei cinematrografi “documentari” sulla prevenzione dell’inquinamento della razza dalle tare.
Poi passarono alle altre “inacce” alla purezza, sapete cosa significa la parola Porrajmos?
Per i Rom è il grande divoramento, il massacro subirono anche loro nei campi di concentramento, insieme agli omosessuali, i Testimoni di Geova, Slavi, Zingari, Polacchi, Russi….
Tutti quanti vittime egualmente del nazismo, eppure la giornata della memoria ricordo solo il numero piu’ grande….
Memoria corta o ipocrisia per non far vedere come dopo tutti questi anni certi odii non sono morti??
Un orso cinico e schifato, ma questa non è una novità mi schifo tutto l’anno.