Non so dirvi se il motivo sia il freddo intenso (ma dove…) che in questi ultimi giorni attanaglia il capoluogo lombardo o se invece sia qualche altra forma di redenzione meneghina, ma a Milano è tornata la storica, agognata nebbia.
I primi accenni li avevo già cominciati a vedere qualche tempo addietro, sin da metà ottobre quando, tornando a casa dall’estrema periferia nord, mi trovavo ad un certo punto avvolto in un candido manto bianco, che docile avanzava dagli ultimi, sparuti campi della periferia.
Stanotte invece, me la sono trovata di fronte in pieno viale Monza: un grosso banco, che cominciava all’altezza della fermata della metropolitana Gorla e mi ha accompagnato simpaticamente fino a casa, a Cinisello, infittendosi man mano che mi allontanavo dal centro di Milano, fino a acquisire quella densità ed impenetrabilità che hanno reso famosa la nebbia padana.
Canticchiando “nebbia in val padana” scendendo dall’auto, ho sentito quel profumo umido della nebbia e quel silenzio ovattato (complice il fatto che erano le 3 di notte) che quasi non ricordavo più.
Potrà forse sembrare assurdo apprezzare la nebbia in questo modo, eppure a me piace (e so’ per certo di non essere l’unico pazzo).
Bentornata, nebbia meneghina…