A maggio del 2002 Abou Elkassim Britel, cittadino italiano, è stato ammanettato, incappucciato, denudato e (incatenato e vestito di un pannolino) caricato a forza su uno dei “voli segreti” della CIA, che lo ha portato dal Pakistan in Marocco, dove è stato rinchiuso in un carcere e ripetutamente torturato.
Liberato un anno dopo, senza accuse, si apprestava a rientrare in Italia, dalla moglie Khadija, quando è stato nuovamente rapito e fatto sparire (stavolta complici i nostri servizi segreti), dando il via ad altri 4 mesi di detenzione, violenze e torture. Il processo per “terrorismo” subito in Marocco, senza alcuna forma di garanzia legale, lo ha visto condannare dapprima a 15, poi a 9 anni di carcere, pena che sta attualmente scondando a Casablanca, e che terminerà nel 2012.
Dal 16 novembre, non più disposto a tollerare la situazione nella quale è stato calato, Kassim ha cominciato uno sciopero della fame, che dura ancora oggi.
L’indagine italiana parallela a quella marocchina, è stata archiviata perchè “il fatto non sussiste”. Il Parlamento Europeo ha sollecitato il governo italiano a prendere misure concrete su questo versante, ma il Governo Italiano (sia quello precedente che quello attuale) tace spudoratamente.
Cosi come, sulla vicenda, tacciono spudoratamente (e colpevolmente, secondo me) anche la stragrande maggioranza dei mass media. Questo spazio non sarà il Corriere della Sera, ma è un inizio: è un modo per rendere, almeno una volta, realmente utile questo misero blog.