Clive Cussler e Paul Kemprecos – Il serpente dei Maya

Immagine di Il serpente dei Maya

Venti giorni per leggere un libro non sono certo la mia media. Non quando il libro è un piccolo tomo da meno di 500 pagine. Purtroppo non posso dire che sia solamente la mancanza di tempo ad avermi condotto a questo risultato: il libro in oggetto, “Il serpente dei Maya”, la prima collaborazione (data del 2002) tra Clive Cussler e PaulKemprecos, non ce ne mette proprio del suo a tenere il lettore incollato alle sue pagine (spesso e volentieri, dopo due o tre pagine, finivo con l’addormentarmi).

Le maggiori note distintive del romanzo, sono purtroppo negative: i due protagonisti, Kurt Austin e Joe Zavala, sono solamente la brutta copia dei più noti Dirk Pitt ed Alberto Giordino, che da sempre animano anche i più commerciali dei romanzi di Cussler. Chi conosce i due protagonisti storici, si renderà conto sin dalle primissime pagine che Austin ricalca esattamente il personaggio di Pitt, con una serie di “pecette”: invece che collezionare auto colleziona “altro”, anzichè vivere in un hangar vive in “altro” (dove “altro” potrebbe essere qualunque cosa, non sarebbe diverso), ma il personaggio è lo stesso, pur senza avere la brillantezza di Pitt (che ha dalla sua anche l’originalità del personaggio, naturalmente). Per Zavala e Giordino, non va diversamente: addirittura sono accomunati dall’origine: se Giordino è italiano, Zavala ha radici spagnole. Perfino il momento dell’incontro, nella sede della NUMA, tra le due coppie di amici, lascia in bocca un senso di amarognolo: l’incontro è artificioso, lento, irrealistico, artefatto.

La trama purtroppo, non sopperisce alla mancanza dei due protagonisti storici: nonostante presenti idee interessanti, diviene presto lenta e molto “americana” alla fine del libro: il cattivo che vuole conquistare il mondo/l’America/la città/il quartiere/casa sua/la sua cameretta ed “i nostri eroi” che si mettono in mezzo e con sagacia e sangue freddo sventano il tutto. Prevedibile, lento, non magnetico.

Non ci siamo.

Commento su Anobii.com:

La prima avventura scritta insieme a Paul Kemprecos (data del 2002) non brilla certo di originalità. I due protagonisti, Kurt Austin e Joe Zavala non sono altro che la brutta copia dei più noti Dirk Pitt e Alberto Giordino. Persino il momento del loro incontro, all’inizio del libro, è artificioso, innaturale.
La trama purtroppo, non sopperisce alla mancanza dei due protagonisti storici: nonostante presenti idee interessanti, diviene presto lenta e molto “americana” alla fine del libro.

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2 pensieri su “Clive Cussler e Paul Kemprecos – Il serpente dei Maya

  1. ste

    A me sinceramente non piace Clive Cussler. Ho letto 2 libri suoi (non mi ricordo i titoli) e francamente non mi hanno impressionato piu di tanto. Dei libri sui maya ce ne sono tanti ma pochi sono buoni….te comprerei qui in messico, ma sono tutti in spagnolo :p
    Che tipo di libri ti piaciono? Ultimamente sto leggendo alcuni di Isabel Allende, e di CSI…si proprio quelli della serie televisiva, solo che con piu dettagli 🙂
    A presto

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  2. alt-os Autore articolo

    In realtà questo libro, di Maya parla proprio poco. Sicuramente non pretende di essere un romanzo storico (e spero bene!)…
    A me personalmente piacciono più i saggi che i romanzi, ma in genere i romanzi di Cussler non mi dispiacciono… questo, come detto, fa eccezione 😛

    Rispondi

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