Ebbene, rieccoci a scrivere del Belgio, ed in particolare della crisi politica che sta attraversando (ormai da sei lunghissimi mesi) il paese. Nonostante il silenzio della stampa italiana infatti, il Belgio è ancora senza un governo federale, e Yves Leterme che era stato incaricato di formarlo (in quanto vincitore delle elezioni svoltesi a giugno), ha deposto il mandato sabato 1 decembre, dichiarando che “non è possibile continuare senza accordi chiari”.
Le dimissioni di Leterme, accettate del re del Belgio Albert II, seguono un ultimatum lanciato venerdì dallo stesso Leterme ai partiti con i quali cercava di arrivare alla formazione di governo, ponendo loro tre domande cruciali sul tavolo delle trattative, alle quali veniva data la possibilità di rispondere solo con un “si” o con un “no”. Evidentemente le risposte ricevute (in particolar modo quelle della formazione cristiano-democratica indicata dal portavoce di Leterme come la principale responsabile delle dimissioni) non devono essere piaciute a Leterme che ha quindi deciso di rassegnare, per la seconda volta in sei mesi, le sue dimissioni (il 23 agosto aveva rinunciato al suo ruolo di “formatore”, dopo alcune settimane di tese trattative con i politici francofoni).
Ora spetta a re Albert II muovere la prossima mossa: potrebbe assegnare, in mancanza di altre alternative, un ulteriore mandato a Leterme (che lo stesso Leterme ha fatto capire che sarebbe disposto ad accettare), oppure nominare un’altro incaricato.
Nel frattempo, la coalizione liberal-socialista continua nel suo ruolo di governo reggente, e da come si mettono le cose, rischia di continuare ad essere in carica fino alle elezioni regionali del 2009…