Sta forse risorgendo l’informazione radiofonica?

Radio al atardecer. Da queste pagine mi avete sentito spesso (anche troppo) vomitare critiche addosso alla televisione. Non ho mai fatto mistero del fatto che ritenga il mezzo televisivo (italiano) una delle fonti di notizie meno autorevoli dell’intero panorama dei mass media, e che le cose non vanno che peggiorando quando si pensa ai programmi di “intrattenimento” (fanno eccezione, sull’intero palinsesto, davvero poche, pochissime trasmissioni).

Da una ricerca condotta da Demos-Coop e presentata l’altro giorno su Repubblica, sembra però che la mia opinione sia condivisa anche al di fuori della mia (ristretta) schiera di amici e conoscenti, al punto che solo il 30% degli intervistati giudica la televisione un mezzo di informazione affidabile (pur risultando un discreto 94% di telespettatori) contro un 36% di internet, un 38% dei quotidiani ed un sorprendente 60% della radio.

Personalmente sono uno dei tanti che ritengono la radio (alcune) un mezzo di informazione valido, e mi chiedo se questa percentuale non sia in qualche modo legata proprio alla mancanza della parte “visiva” della comunicazione. Non potendo proporre culi e tette in bella mostra, la radio potrebbe essere spinta, nella media, a proporre trasmissioni più curante a livello di contenuto, e questo verrebbe recepito positivamente dagli ascoltatori.

Potrebbe essere un messaggio molto importante per gli editori televisivi: l’informazione ben fatta, culturale, intelligente, rende. Perchè non tenerlo a mente?

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