Ancora di Francia, ancora di Sarkozy

banlieues.jpgIn Francia, gli scontri tra polizia ed abitanti delle banlieues non hanno ancora trovato fine. Anzi. A partire da Villiers-le-Bel, dove l’altro giorno due giovani di 15 e 16 anni che avevano rubato una motocicletta sono stati investiti ed uccisi da un’auto della polizia, gli scontri sono divenuti di più in più violenti, fino al punto da richiedere il dispiegamento di quasi mille agenti a presidiare le aree più calde.
Naturalmente non simpatizzo per i violenti che stanno mettendo a ferro e fuoco la periferia di Paris e di altre città francesi, tra cui Toulouse (la violenza non è mai una soluzione ai problemi), ma converrete con me che una situazione così delicata ed esplosiva richieda una certa dose di tatto e di accortezza politica al fine di evitare che una frase (magari mal interpretata) possa suscitare reazioni sproporzionate, violente ed incontrollabili.

Purtroppo il presidente Sarkozy o non è in grado di tenere a freno la sua lingua o non ha nessuna intenzione di farlo, perchè proprio oggi, dopo essere stato in ospedale a visitare alcuni dei poliziotti feriti negli scontri (il cui conteggio è ormai giunto ad oltre 120), ha ben pensato di andare nel cuore della protesta a dire (senza pericolo di essere mal interpretato, tra l’altro) che

Finiranno davanti a un tribunale coloro che si sono presi la responsabilità di sparare contro agenti di polizia

e che

Aprire il fuoco contro i poliziotti è una cosa totalmente inaccettabile. Troveremo i colpevoli. Un comportamento del genere ha un nome ben preciso, si tratta di tentato omicidio.

Tutto giusto, tutto ineccepibile. Ma c’era proprio bisogno di andare in mezzo alle banlieues a dirlo? Non è forse il normale corso della giustizia? Sapendo che i manifestanti ce l’anno prima di tutto con lui, il presidente Sarkozy non avrebbe forse fatto meglio a mantenere un basso profilo, cercando di sedare la rivolta con il buonsenso, invece che nel sangue? Purtroppo queste sono e resteranno solo parole al vento…

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