Bene. Sapevo che questo momento prima o poi sarebbe arrivato. Da 4 anni quasi lavoro per una piccola aziende dell’hinterland milanese che si occupa di informatica a 361°, dalle consulenze legate al software libero, alle reti, alla sicurezza, alle certificazioni. Essendo una piccola azienda (i dipendenti, con cariche e compiti diversi, sono un totale di 5), è sempre stato un ottimo luogo di lavoro, interessante e stimolante, comprensivo quando necessario e soprattutto con un discreto stipendio rispetto alla quantità di lavoro svolto, per di più con un orario di una flessibilità senza pari (almeno nella mia esperienza).
Ora, come avevo già accennato ad alcuni, o come altri avranno magari indovinato leggendosi le mie peripezie delle ultime settimane, l’azienda per cui lavoro chiude il 31 dicembre 2007: la lettera ufficiale di licenziamento per cessazione delle attività mi è stata consegnata questa mattina. Non che ce ne fosse bisogno, naturalmente; le decisioni prese dai soci dell’azienda sono sempre state estremamente trasparenti a noi dipendenti, che ne abbiamo potuto seguire l’andamento nel corso del tempo fino alla conclusione di alcune settimane fa’, con la decisione di chiudere baracca e burattini (scelta che condivido, in larga parte, anche se certo non mi rende felice).
Dal 1 di gennaio quindi, mi troverò senza il “posto fisso” sul quale ho potuto contare (comodamente, ammetterò) fino ad oggi. Ovviamente non potendo smettere di cibarmi, ho dovuto trovare un’alternativa valida che mi consentisse di sopportare le rate di un paio di prestiti che ho sul groppone (e avrò ancora per quasi 24 mesi), i gatti, il mio sostentamento, le spese legate alle altre attività che porto avanti, più o meno a fondo perduto. La scelta è ricaduta sull’apertura di una partita iva, perché nessuna azienda di mia conoscenza è in grado (o intenzionata) di stipendiarmi (anche relativamente poco) per lavorare 3 giorni a settimana, di cui uno solo infrasettimanale (le altre 4 giornate sono e devono essere dedicate quasi interamente all’università). Alcuni dei clienti che attualmente sono seguiti dall’azienda per cui lavoro, passeranno nelle mie mani, e con questi ho già cominciato da un po’ di tempo a prendere accordi preliminari, con il beneplacido (ed anzi, l’incoraggiamento) dei miei attuali datori di lavoro; altri lavori “on spot” mi sono stati offerti da amici di lunga data, altri contatti ancora sono stati raccolti da diverse esperienze e si spera che portino a qualcosa di concreto (non solo economicamente parlando) nel volgere dei prossimi mesi. Al di là del fatto che facendo due conti, con gli accordi già stipulati (in forma non ufficiale sinora) non arrivo allo stipendio che prendo attualmente, quindi la strada è imboccata ed ora mi tocca andare avanti.
La novità di oggi, quindi, è stata quella di calarmi per la prima volta nella vita fiscale del libero professionista. Sono stato oggi a colloquio con un commercialista di Milano, il quale mi ha gentilmente spiegato quale sia il mondo della partita iva, e cosa mi dovrò aspettare dal 1 gennaio (quando aprirò ufficialmente la posizione iva). Ho cominciato a farmi due conti in tasca, facendo i conti con IRPEF (o sostituti), IRAP, addizionali varie, con una pressione fiscale al 40% (e mi va ancora bene, per i prossimi 3 anni), con il giro d’iva, con le fatture, con le spese del commercialista stesso (che tutto sommato non sono altissime e mi darebbero quel minimo di punto di riferimento in questa nuova esperienza). Questo prendere coscienza non ha certo contribuito a tranquillizzarmi, anzi. Vivere lavorando 3 giorni a settimana e studiando gli altri 4 non sarà (ma in fondo non lo è mai stato) un gioco da ragazzi… La foto che ho scelto di allegare a questo post (e per la quale ringrazio sentitamente Alfredo Villa) spero che sia di chiarimento del mio attuale livello morale…
Ciao,
hai la mia solidarietà e – qualora avessi qualcosa da proporti a titolo di collaborazione spot – mi farò sentire.
Un solo “consiglio” per iniziare: ho visto che tra le tante “rogne” fiscali hai citato anche l’IRAP.
Molto probabilmente il tuo commercialista (per mettersi il cuore in pace e non avere problemi) ti dirà che la devi pagare, ma in realtà c’è unsa sentenza della Cassazione che dice il contrario; se ti interessa, te la posso cercare…
In pratica, il requisito “necessario” per avere l’obbligo di pagare questo balzello è il possedere una “stabile organizzazione”. Cosa da cui tu sei ben lontano!
In bocca al lupo da uno che ha comincito così, nel 1999.
Porca vacca è l’unica cosa che mi è venuta in mente leggendo ‘sto post. Credo che io mi sarei già fatta prendere da una crisi isterica imponente.
Ti ammiro un sacco per la tua “modalità panzer”!
@RimSA: effettivamente la possibilità di non pagare (pur stando nei termini di legge) l’IRAP mi sembra interessante (anche per la quantità di soldi che escono da quella porta)… se ti capita sotto mano qualche riferimento a quella sentenza, vedo di parlarne con avvocato e commercialista… si sa mai… 😀
Sei ammirevole, protresti sicuramente chiedere aiuto ai tuoi ma non lo fai,
ti sbatti per risolvere da solo i tuoi problemi:anche se sicuramente i tuoi genitori non ti negherebbero l’aiuto, di un figlio come te che dire, per me saresti speciale
Questo è l’essere indipendenti,
Ti ammiro
– per la tua istruzione e il tuo senso critico,
– per la tua capacità di lavorare, studiare, avere interessi,
– per come affronti nuove difficili situazioni che ti si presentano,
Qui dovrebbe passare Padoa-Schioppa quando parla di bamboccioni tu hai solo 23 anni, e dal quel poco che leggo hai già capito tutto della vita.
Un grosso in bocca al lupo.
IRAP – è una tassa incostituzionale.
Ma purtroppo si deve continuare a pagarla (altrimenti lo stato fallisce???)
Tempo fa credo dopo la sentenza di Cassazione sull’incostituzionalità dell’IRAP tutti professinisti e non, hanno fatto domanda di rimborso ma ad oggi nessun rimborso si è ottenuto.
Penso……………………. lasciamo perdere il pregresso, che ovviamente se lo stato dovesse rimborsare l’IRAP ingiustamente pagata, dalle aziende, dai liberi professionisti effettivamente fallirebbe, ma perchè dobbiamo continuare a pagarla??????
@scarpantibus: grazie mille per gli (immeritati) complimenti. Faccio 24 anni a febbraio, e perfortuna (o purtroppo) ho deciso di andare a vivere da solo (venire a studiare in Italia) a 19 anni non ancora compiuti, e me le sono ovviamente dovute gestire. I miei genitori mi seguono nelle mie peripezie, poter contare su di loro per un parere, un conforto, sapere che in ogni caso ci sono, è un po’ come avere una rete di salvataggio sotto le acrobazie che si deve fare… Sicuramente un grande aiuto me lo ha dato la curiosità, negli ultimi anni… cose che avevo appreso per pura curiosità, nel tempo libero, mi sono tornate estremamente utili in ambito lavorativo, molto più di quanto non l’abbia fatto l’università…
Che dire se non “in bocca al lupo Giacomo!” ? 🙂
@Ancestral Moon: quando un gatto viene messo nell’angolo, graffia. Vale anche per l’uomo 🙂
@Gioxx: grazie 🙂
Eccoti la reference:
Corte Cassazione, Sezione Tributaria, 5.03.2007 n. 5012
Enjoy! 🙂
partita IVA : Agenzia Entrate – tutto gratuito
iscriversi alla gestione separata INPS – gratuito
Tasse
24% di INPS – contributi previdenziali,
sul netto dei contributi previdenziaLI si paga IRPEF (aliquota in base al reddito)
IRAP 4.25% sul reddito lordo annuale.
1) l’irap puoi non pagarla se non hai una struttura e dipendenti. approfondisci con il tuo commercialista di fiducia
2) in finanziaria è previsto per l’anno prossimo un regime per le attività minori (a memoria inferiori ai 30.mila di fatturato) con tassazione ridotta e possibilità di adempimenti burocratici minimi (quindi risparmi sulla parcella del professionista). verifica con lui se rientri e le modalità di apertura, ecc…
3) scarica la guida dell’agenzia entrate sull’apertura della p. iva:
Fai clic per accedere a avvio_attivita.pdf
e sui principali adempimenti
Fai clic per accedere a adempimenti_2005.pdf
non sono aggiornatissime ma possono darti un supporto interessante.
il tutto ovviamente da verificare con il tuo professionista di fiducia.
in bocca al lupo
andrea