Calcio: è ora di finirla

scontri_ultras2.jpgUltras: oggi l’ennesima giornata di ordinaria follia.

Nell’area di servizio della A1 di Badia al Pino, vicino ad Arezzo, un tifoso laziale è morto, apparentemente colpito da un colpo d’arma da fuoco (forse a sparare un agente della polstrada, ma non è questo il punto). In questi minuti, a Bergamo, sono in corso tafferugli tra Polizia ed ultras, che hanno reagito violentemente alle notizie in arrivo dalla Toscana. Meno di un anno fa, durante una vera e propria serata di guerriglia urbana in occasione del derby siciliano Catania – Palermo, moriva Filippo Raciti.

Nonostante tutto questo, nonostante gli innumerevoli incidenti degli anni scosi, nonostante la polizia abbia ormai paura di recarsi in servizio negli stadi, nonostante la tensione costante, l’aria di guerriglia, nonostante tutto, si parla ancora solo di rimandare la giornata di campionato (o forse, addirittura, una sola partita), di punire i “responsabili”.

E’ troppo poco. Non è più tollerabile che vengano distrutte e saccheggiate aree di servizio, stadi, strade cittadine (altro che rumeni). Non è più tollerabile che per uno sport ci siano dei morti ogni anno. Non è più tollerabile.
Bisogna fermare il campionato, chiuderlo qui. Ci sarà tempo, da qui a giugno, per discutere efficacemente delle misure di sicurezza da prendere in vista del prossimo campionato, prima tra tutte la minaccia (da applicare!) di cancellare anche il prossimo campionato al primo scontro.

Il calcio è uno sport. Che giri miliardi di euro non è una giustificazione per quello che accade.

Update ore 21:00

La situazione è andata, durante la giornata, peggiorando. Le partito sono cominciate, a Bergamo ed a Taranto gli scontri hanno portato alla sospensione delle partite. A Roma, la partita serale contro il Cagliari è stata rinviata, per ovvi rischi di ordine pubblico.
L’obiettivo dichiarato degli ultras, più volte ribadito sia alla stampa (quando i giornalisti non sono stati aggrediti) sia tramite gli striscioni, era quello di “fermare il campionato”, cosi come fu fatto il giorno successivo la morte di Raciti. Condivido l’obiettivo, non condivido il motivo, ne (soprattutto) il metodo: a Milano è state assaltate la RAI ed una stazione di polizia, a Roma un altro commissariato e la sede del Coni. In tutta Italia, si è assistito ad una giornata di violenza gratuita, con feriti e contusi in numero considerevole (che certo non migliorano la situazione andatasi a creare nella mattinata). Ancora non basta?

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4 pensieri su “Calcio: è ora di finirla

  1. furester

    ..secondo me a Bergamo i tifosi chiedevano di sospendere le partite per via del lutto, lo chiedevano in malomodo ma l’idea di fondo l’ho trovata particolarmente giusta.. Eppure, per chissà quali motivi, con un morto in strada e un poliziotto che spara il campionato doveva andare avanti .. the show must go on ..

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  2. Kappa

    La sospensione era più che giustificata, l’unico problema rispetto a l’anno scorso a Catania è il fatto che allora avessero tutta una “notte” per decidere(essendo un anticipo), mentre questa volta si sono trovati con l’acqua alla gola e le squadre già partite o pronte a giocare
    Quello che ancora non capisco è la dinamica dell’incidente, se quel poliziotto ha davvero sparato attraverso 4 corsie di Autostrada ad altezza uomo è da carcera a vita….

    ‘njoy

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  3. alt-os Autore articolo

    E’ proprio questo che mi fa dubitare dell’apparenza… Potrebbe essersi trattato davvero di un rimbalzo, ma in un’area di servizio non è che ci sia tanta roba, appesa per aria… non so. Su questo aspetto, dovremo avere pazienza ed attendere la ricostruzione ufficiale…

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