Questa nostra (xeno)fobia diffusa…

are we so different?Stiamo attraversando un periodo storico difficile; un periodo storico che vede il mescolarsi delle culture, l’apertura delle frontiere (non solo quelle fisiche), un mondo che evidentemente ci spaventa, fa aumentare quella naturale paura del “diverso” che tutti noi abbiamo. Se a questo aggiungiamo l’abitudine della mente umana a trarre conclusioni dal particolare visibile ignorando il generale noto, il pasticcio è fatto.

Il razzismo xenofobico, in Italia, ha raggiunto livelli che non mi sarei mai aspettato, coinvolgendo anche persone sulle quali avrei fatto, un tempo, affidamento.
Avendo vissuto parecchi anni all’esterno, ho ben presente il significato di essere “il diverso”, “lo straniero” e come tale essere giudicato, valutato, considerato. E’ forse un’esperienza che dovrebbero fare molti dei miei connazionali, e che purtroppo viene loro preclusa dalla vita (occasioni perse, ignoranza, povertà…).

Solo di ieri, l’ultimo caso: una donna, a Roma, è stata seviziata e ridotta in fin di vita (apparentemente) da un ragazzo ventiquattrenne di origine rumena. Si tratta senza dubbio di un atto incivile, di qualcosa di illegale, e come tale, nel momento in cui verrà provata la colpevolezza dell’accusato, punito. Ma questo, a prescindere dalla nazionalità dell’accusato!
Invece Walter Veltroni, sindaco di Roma, si è ieri scagliato “contro i rumeni”, visto che a poco valgono, nell’orgia mediatica, le precisazioni da lui fatte relativamente ai tanti rumeni che invece vivono e lavorano civilmente nel nostro paese.

E naturalmente (come poteva non essere cosi) oggi è la Destra a ribadire il concetto, chiedendo (ancora) nella persona del lidear di AN Gianfranco Fini (che ha oggi sfruttato ampiamente, mediaticamente parlando, quanto successo ieri) che vengano espulsi non solo i cittadini rumeni autori di delitti, ma anche coloro che non hanno un reddito e mezzi certi di sostentamento.

E gli italiani senza reddito e mezzi di sostentamento certi? Sono forse meno pericolosi? Fini si illude forse che cacciando dall’Italia tutti gli stranieri avremo un’Italia migliore? Cercare di risolvere i problemi coprendosi gli occhi e accusando la persona più lontana di essere l’artefice di tutti i nostri mali, addossando di riflesso alla sua comunità tutto il peso delle nostre paure, tutto l’odio represso dei nostri concittadini, non aiuterà questo disperato paese…

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