Questa sera, piu che di un tè, parliamo di una tipologia di lavorazione. Si ritiene infatti che il Gunpowder prenda il suo nome Inglese dalla forma con cui le foglie vengono arrotolate dopo la lavorazione, in piccole sferette che richiamano la forma tipica della polvere da sparo utilizzata per i cannoni. L’etimologia del termine è in ogni caso piuttosto discussa: potrebbe prendere il suo nome dalla somiglianza tra il suo nome in cinese mandarino (gāng paò dè) e il nome inglese della polvere da sparo, oppure dal fatto che le sue foglie “esplodono” in una foglia di dimensioni piu grandi una volta a contatto con l’acqua calda.
Originariamente, si trattava di un tè verde cinese, proveniente da una zona piuttosto anomala, costiera, piuttosto lontana dalla ormai familiare catena montuosa del Nepal, quella della provincia di Zhejiang, non lontano dalla contesa isola di Taiwan e confinante a nord con la municipalità di Shanghai. Mentre la sua caratteristica lavorazione veniva inizialmente applicata solamente ad alcuni tè verdi asciutti e ad alcune tipologie di tè Oolong, si è successivamente estesa ed oggi possiamo trovare dei Gunpowder provenienti, oltre che dalla zona di Zhejian (che prendono il nome di Pingshui) da Ceylon (Sri-Lanka) e Formosa (Taiwan), ed applicata a diverse tipologie di tè.
La sua coltivazione è stata iniziata durante la dinastia Tang (che terminò nell’anno 907 d.c.), ma per la sua esportazione sull’isola di Taiwan (che ne ha fatto un vero culto) dovremo attendere il XVIII secolo. E’ stato inoltre esportato nella zona del Maghreb, dove viene utilizzato per la preparazione del tipico tè alla menta nord africano. Il rituale di preparazione di questo tè è particolarmente rigido, al punto che per non offendere l’oste, è bene avere l’accortezza di berne almeno due tazze.
Un tempo l’arrotolamento veniva fatto manualmente, trattamento oggi riservato ai soli Gunpowder di qualità elevata. Per gli altri, vengono utilizzate apposite macchine che ne rendono piu rapida ed economica la lavorazione. Il vantaggio di questo particolare arrotolamento (in sfere anzichè nel piu classico senso logitudinale) sta essenzialmente nella maggior resistenza ai danni fisici che le foglie possono subire e nella capacità di conservare meglio aroma e sapore, anche per alcune decine di anni (come nel caso di alcuni Oolong particolarmente ben conservati). Proprio le caratteristiche delle foglie cosi arrotolate danno una efficace misura della qualità del tè: quelle piu lucide piu fresche e meglio conservate.
In tazza, il liquore a chiaro, il sapore e l’aroma delicati. Quello in mio possesso, è un banalissimo Twinings, di quelli che si possono acquistare in comode scatole metalliche al supermercato, per pochi euro. Secondo le pagine web della nota azienda inglese, dovrebbe essere importato direttamente dalla zona di Zhejiang, ma non saprei quanto fidarmi. Verificherò.