Con il congresso della Margherita, si apre definitivamente il cammino che porterà Margherita e “Democratici di Sinistra” a fondersi in un unico partito, il cosi detto “Partito Democratico”. Questa decisione arriva probabilmente sull’onda del maggior numero di voti ottenuti alla Camera (dove i due partiti si sono presentati uniti, sotto lo stemma dell’Ulivo) rispetto al Senato (dove si sono invece presentati separati) alle ultime elezioni. La speranza di Fassimo, segretario dei DS, è senza dubbio quella di capitalizzare quel patrimonio di voti, il che è legittimo e, anzi, apprezzabile dal mio punto di vista.
Il problema principale, che mi pare sfugga a Piero ed a buona parte del gruppo dirigenziale del mio (ancora per poco) partito, è che un conto è votare un’alleanza di governo, della durata massima di 5 anni rinnovabili, sulla base di un accordo limitato ad una ben definita serie di punti. Altro discorso è invece condividere un progetto politico unico.
Io mi sono sempre collocato nella zona del “correntone” dei DS, e non ho ovviamente nulla contro la Margherita, ci mancherebbe altro. Solo che nella Margherita (come nei DS d’altra parte) ci sono correnti piuttosto forti che tirano in direzioni differenti. Una su tutte, quella piu problematica dal mio punto di vista, è quella dei cosi detti TeoDem. Come può, un elettore convinto della necessità di laicismo dello stato, agnostico e fermo sostenitore delle politiche e dell’uguaglianza sociale e tra i popoli, coesistere, all’interno di uno stesso partito politico, con persone come l’onorevole Paola Binetti, senatrice della Margherita, che definisce “devianti” gli omosessuali (nell’ambito della discussione sulle coppie di fatto) e fa del suo uso del cilicio un vanto? Non che ci sia del male nelle opinioni personali della Binetti, ma non le condivido (oltre a non condividere il luogo ed il modo con cui le ha espresse).
Già ho fatto parecchia fatica ad accettare la presenza di Mastella nell’attuale maggioranza. Chi mi conosce sa quante ne ho dette prima delle elezioni, quando Mastella prendeva le distanze dal Programma. Alla fine mi sono turato il naso, e ho votato, dando il mio contributo, come tanti, tantissimi altri italiani. Ora mi viene chiesto di turarmi il naso “a vita”? Non si può fare, non ci stò.
E allora, come posso entrare a far parte del Partito Democratico, una volta che si saranno sciolti i DS, lunedi? Oltretutto la Margherita si rifiuta di entrarare nell’internazionale socialista, di cui i DS stessi sono fermi sostenitori. E allora? Allora unire questi due partiti comporta uno sforzo da parte di entrambi, snatura la realtà di entrambi, e (secondo me) porterà ad una fuga verso il centro e verso sinistra di una quantità di elettori maggiore di quella che saprà catalizzare questa loro unione.
E allora mi schiero con il Correntone, con Mussi, e lascio (idealmente) la posizione dei DS, in attesa (eventualmente) che le mosse (e posizioni) politiche del nuovo Partito Democratico mi convincano che quella è la soluzione giusta. Condivido inoltre l’idea di Mussi e dei “mussiniani” di voler riunire gli “altri partiti” della Sinistra (non del centro-sinistra) sotto un unico nome, partendo dallo SDI, per arrivare a parte di Rifondazione Comunista o dei Comunisti Italiani che vorranno condividere questo progetto politico.
Forse solo il tempo potrà dare la misura dei danni/benefici che questa mossa politica (a mio parere affrettata, miope e prematura) potrà aver portato, con la speranza che non significhi anche il termine dell’ambiziosa avventura politica chiamata Ulivo.
finalmente, non mi spiegavo come mai c’era una sinistra che faceva cose di centro. Ora ho capito.
Se c’è gente che non vuole stare più a sinistra può anche andare al centro o a destra.
Io resto a sinistra. essere di sinistra è un modo di pensare, di vivere, di essere.
Spero che ora ci sia più chiarezza a sinistra
Cesare
Caro Giacomo, ti conoscevo diessino e, forse xké per un po’ di tempo nn ti ho seguito sul Blog, non ti credevo mussiniano.
Ti espongo qui le mie perplessità su quanto da te dichiarato:
– il processo che porta al PD non nasce per caso, ma è frutto di quel lavoro e quel simbolo, chiamato Ulivo, che nasce e cresce per 10 anni e che, inevitabilmente, non poteva continuare a essere un semplice cartello elettorale, un simbolo col quale si-prendono-voti-in-più e basta. L’evoluzione naturale del progetto dell’Ulivo non può che essere la creazione di un partito unico; che infatti terrà nel suo simbolo quello dell’Ulivo. Ti pareva logico continuare a stipulare meri accordi elettorali? E, poi, dimentichi un dato fondamentale: da dieci anni i DS, che si vinca o si perda, viaggiano sempre sulle stesse percentuali di voti. E’ segno di un partito statico, che ha il suo elettorato e si ferma a quello, senza margini di miglioramento. Questo è un dato grave. E qualcosa si doveva pur fare.
– Quei voti in più presi dall’Ulivo (30.000 voti in più, per la precisione) non sono affatto da sminuire quando abbiamo vinto le elezioni per 24.000 voti. E sono i voti dei giovani. Quei giovani e quella nuova generazione che avrà 18 anni nel 2009, non può essere legata a ideali e valori che non gli sono propri; noi siamo la prima generazione che si è avvicinata alla politica con un percorso nuovo, scevro di dogmatismi e ideologie del passato. Non si tratta di nascere comunisti e morire democristiani, e viceversa, perché non possono esserci, nelle nuove generazioni, né comunisti né democristiani.
– Siamo tutti consapevoli della crisi che attraversa la politica, lontana come non mai dalla gente.
In questo contesto, il PD è un’occasione per far rivivere il Partito e, quindi, per riformare la politica. L’Italia non ha affatto bisogno dell’ennesimo nuovo partito (e mi sembra di vedere che se ne voglia formare un altro), frutto di più o meno azzardate alchimie politiche, ma di un partito nuovo. La stessa azione di Governo, tutt’ora, non vede un protagonista assoluto, un soggetto politico che traini le decisioni dell’intera coalizione. Se continuiamo a essere ostaggio dei partitini non potremo mai governare seriamente (Rossi e Turigliatto insegnano). Stiamo parlando di una certa sinistra antagonista che, semplicemente, non ha la maturità per governare, che ai palazzi preferisce sempre le piazze. Abbiamo bisogno di un centro di gravità permanente del centrosinistra. Abbiamo bisogno di un bipolarismo che esiste in tutto il resto del mondo e che, nell’anomalo sistema politico italiano, non ha modo di esistere se c’e’ ancora troppa gente che vota per gli estremi. E poi, le elezioni, si sono sempre vinte con i voti del centro: essere per il PD significa anche essere per il bipolarismo, significa essere per il maggioritario, significa credere nella prima vera formazione politica del centrosinistra.
– E’ chiaro a tutti che ci sono delle difficoltà iniziali, e ti dico, PER FORTUNA. Sarà perché noi DS amiamo presentarci sempre divisi xké siamo abituati a pensare che sia indice di pluralismo, ma è certo che non dobbiamo aver paura di un nuovo soggetto se dentro ci portiamo tutte le nostre idee, i nostri valori, e soprattutto se saremo in tanti lì dentro, a cominciare da voi “correntisti”. Se saremo in tanti, democratici e di sinistra, lì dentro, allora non avremo certo timore del dibattito con chi poi sarà nostro compagno di partito; e proprio perché saremo nello stesso soggetto, tutti potranno portare il loro contributo e i valori che ne hanno guidato l’azione politica. Intendo dire che se siamo in tanti, tutti, le idee dei Ds ci saranno tutte nel nuovo Pd, e non le avremo abbandonate o tradite, le avremo invece aiutate ad affermarsi con un soggetto che sarà, ci si augura, più forte del precedente.
– Non è forse dannoso non entrare nel PD, per il timore che questo non sia collocato nel PSE (e sarà inevitabilmente collocato nel PSE, che è l’unica collocazione possibile) e stringere rapporti con chi, invece, nel PSE non c’e’ mai stato? Credete davvero in un progetto che prenda l’1% o il 2%? Quale potrà essere il vostro peso politico nel futuro? meglio essere un altro partito dell’1% o del 2% o essere il 10% del 30% del PD?
Scusami se sono stato prolisso, e se ho fatto qualche errore di battitura. Ma vado di fretta e non riesco a scriverti neanche ciò che avrei ancora da dirti.
Aspetto un tuo commento.
Un “democratico” Leonardo Vaghaye
Segretario Sinistra Giovanile di Foggia
Ciao Leonardo,
sempre stato parte del correntone… sempre stato di sinistra, e non di centro sinistra 🙂
Rispondo, punto per punto, alle tue osservazioni, molto interessanti peraltro
1- Io non ho negato l’utilità dell’Ulivo, ne mai che non fosse necessaria una svolta “unificatrice” nel mondo del centro-sinistra. Solo non condivido l’allargamento al centro, con un altro movimento politico di cui non condivido appieno le caratteristiche e i valori. Avrei preferito un allargamento “a sinistra”, e solo in un secondo tempo, al centro. Avrei voluto vedere parte di Rifondazione, i Comunisti Italiani, lo SDI, accordarsi per formare un partito unico, e poi, prima delle prossime elezioni, fare un “Ulivo allargato al centro” (con la Margherita appunto, e forse anche con Mastella) in vista del progetto elettorale, e POI, nella prossima legislatura, provare a fare ulteriori passi in questo senso.
Come diessino (ex ormai, mio malgrado), mi sento molto piu vicino a Rifondazione ed allo SDI che non alla Margherita e all’UDEUR…
2- Condivido pienamente, ed appoggio con tutte le mie forze quelli che, come te, si muovono attivamente nella politica. Io mi muovo da “esterno”, forse contribuendo altrettanto attivamente ad altri aspetti (software libero, libertà digitali) che poi tirando le fila, si ritrovano nelle stesse iniziative, negli stessi ideali (almeno nel mio caso). Ma siamo sicuri, però, che sia stata l’unità dei due partiti, a portare quei 30.000 voti? Proprio perchè tu dici che sono i giovani, il merito è loro (che ti faccio notare non possono votare al Senato, altrimenti avrebbero espresso quei 30.000 voti dividendoli tra DS e Margherita anche li) e non dell’unità dei due partiti. Un’unità, ci tengo a ribadirlo, a mio avviso basata sulla condivisione di un progetto elettorale, di un programma di governo, non sulla condivisione dei valori alla base dei partiti.
3- Quel centro di gravità, potevano essere proprio i DS. Quell’area politica di Sinistra moderata, che poteva attrarre a se, in un progetto di piu ampio respiro, tutti i partiti che ho prima citato, e probabilmente anche parte della Margherita, in quella corrente “Ulivista” alla quale Fassino e Veltroni (giustamente) guardano come spiraglio per far entrare il nuovo PD nel gruppo dei socialisti europei, ma che io ritengo indegni di cotanta fiducia proprio come lo sono stati Rossi e Turigliatto (che sono poi diventati un capro espiatorio di una situazione ben piu complessa e delicata, per fortuna in parte risolta), proprio quando sui dICO hanno preferito dare il loro appoggio al centro destra di Berlusconi, con il rischio di far cadere il governo.
Le elezioni si sono sempre vinte con i voti del centro dici. Corretto. Ma questo non significa dover diventare un partito di centro, rinnegando le radici socialiste del PC (questo si il primo vero partito unitario di Sinistra), del PDS, dei DS. Altrimenti perchè non fondersi banalmente nella Margherita? A che pro fare dichiarazioni d’intenti sul rispetto di quelle radici, quando sin d’ora c’è il forte rigetto da parte della controparte interrogata?
4- L’unione fa la forza, sicuramente. C’è però una questione di equilibri. Avrei gradito un Partito Democratico in cui i DS fossero stati “il centro”, che comprendesse anche parte di quella Sinistra storica di cui prima si diceva. A quel punto si, che con un grande partito, avremmo accettato al discussione, con piacere anche! Avremmo discusso, confrontato, deciso insieme, per poi uscire con una posizione unica, condivisa, forte. Bello, bellissimo, realtà nel PC, un po persa negli ultimi anni. Ma come si può pensare di poter scendere a discussione con persone che parlano di “devianza genetica” per gli omosessuali, che arrivano a vantarsi di portare il cilicio, o persone che sin dai primi minuti seguenti la firma del programma, ne rinnegavano alcuni punti? Che dialogo, che mediazione può esserci? Mi sarebbe piaciuto che questi argomenti fossero affrontati e chiariti, prima di buttarsi anima e corpo nel PD. Avrei voluto capire di piu sulla laicità, sulle posizioni in merito al lavoro operaio (anche queste piuttosto poco condivise con la Margherita, spesso troppo “aperta al mercato” per i miei gusti), sulla posizione europea da assumere. A quel punto, mi sarei buttato anch’io, anima e corpo, nel PD. Avrei perfino, forse, provato a dare un contributo attivo al processo, anche solo con il voto delle primarie di cui parlava ieri Prodi (che probabilmente esprimerò lo stesso, da ex-diessino). Ma non voglio correre dietro a principi d’intenti che vengono sconfessati nel momento stesso in cui sono pronunciati. In questo contesto, il PD dovrà convincermi con i fatti, che quei principi d’intenti saranno rispettati, ed allora mi ricrederò (non per questo voglio la caduta del governo o non sono favorevole all’attuale Ulivo, che però, come dicevo, condivide un programma di governo, un progetto elettorale e nulla piu).
5- Perchè dici che l’area a sinistra del PD, rappresenterà il 2%? Chi ha detto che il PD raccoglierà il 30% dei voti? Io sono convinto che con un’adeguato lavoro costituente, il partito che Mussi vuole creare, possa accogliere nelle sue fila parte di Rifondazione, i Comunisti Italiani, lo SDI, parte dei Verdi e forse anche quelli della “mozione Angius”, dando vita ad una vera forza politica, con la quale a quel punto si dovranno fare i conti. Magari proprio con il PD, magari spostandone a sinistra l’asse, per farlo rientrare a pieno titolo in quel PSE che la Margherita rifiuta apertamente ed a gran voce.
Sarà il futuro a dirci come andrà, nel frattempo c’è l’Ulivo al governo, ed è quello il primo obiettivo. Durante e poi, si vedrà.
Caro Giacomo, ti rispondo punto per punto anche io:
1- questo credo che sia la questione che più ci distanzia: io preferisco stare con la Margherita, con cui votiamo insieme ed ugualmente tutti i giorni in Parlamento e in tutte le Amministrazioni, piuttosto che con quella Sinistra che, ripeto, non avrà mai la capacità di governare per davvero. Non mi spiego però la tua aspettativa di allargamento “a sinistra”: l’Ulivo ha visto nel suo percorso fin’ora una evoluzione naturale verso le posizioni dei diellini, piuttosto che in Rifondazione, e pensare a una simile ipotesi ci porta anzitutto a mettere in discussione la collocazione europea (visto che se ne parla tanto), ma soprattutto sarebbe un inspiegabile ritorno al passato che non può essere accettabile!!! E poi se l’obiettivo è quello di creare una casa comune dei riformisti, lo SDI e le anime socialiste e riformiste devono far parte di questo processo, così come indicato esplicitamente da Fassino (che poi sono loro a non volerci entrare dentro è xkè hanno paura di essere assorbiti ed estinguersi, a partire dal gruppo dirigente; poi c’e’ il timore che il PD non prenda il 30%, e allora giù con valanghe di polemiche, altro che RNP), che ha invitato anche Verdi e Di Pietro, come giusto che sia. Probabilmente, tranne Di Pietro, non faranno parte inizialmente della barca del PD, ma se il nuovo soggetto politico avrà successo vedrai che le loro strade non potranno che incrociarsi). Per quanto riguarda Mastella, poi, la speranza è che lui con il PD non abbia mai nulla a che fare. E, per fortuna, sembra che voglia (furbamente) andare a unirsi all’UDC del 5-8% di Casini.
– il merito dei 30.000 voti in più va dato ai giovani; gli stessi giovani hanno premiato il simbolo elettorale dell’Ulivo. E lo hanno fatto per il programma politico e, senza ombra di dubbio, per l’Ulivo in quanto Ulivo. Nella realtà di tutti i giorni, ti assicuro, se faccio un banchetto per una raccolta firme per qualsiasi campagna, se invito le persone al banchetto parlando di DS raccolgo 10 firme, lì dove parlando di ULIVO raccolgo 12 firme. Vivo questa esperienza quotidianamente.
– Come concluso da Fassino in lacrime ieri a Firenze, essere democratico significa essere di sinistra. Non pensare che vengano rinnegate le radici storiche, questo non accadrà mai. Rimane il fatto che ci si deve aprire verso una nuova generazione che, come già detto, è figlia dell’Ulivo, e non del P.C.. A me sembra il naturale evolversi della storia politica (tra l’altro questo accade in tutto il resto del mondo, non vedo perché in Italia debba essere diverso). Parafrasando la Finocchiario, abbiamo la fortuna di non essere incalzati dalla storia stavolta; ora la storia la facciamo noi.
– Chiariamo questo punto: la Binetti avrà sicuramente un ruolo di non primo ordine all’interno della fase costituente del PD. E, per fortuna, la Margherita non è solo la Binetti, non sono solo i Teodem. Com’è naturale che sia, ci saranno varie sfumature e correnti, e sono d’accordo con Mussi quando dice che “la laicità non è negoziabile”. Francamente, però, da questo a pensare che ci sia più maturità nella Sinistra (che in quanto al non rispettare i punti del Programma può certo dare lezioni) credo che ce ne passi. In fondo, se sull’80% delle cose vado d’accordo con Enrico Letta, non vedo per quale motivo dovrei dividermi sui temi cosidetti “etici” che di un partito che li rappresenti non hanno bisogno e che sono prori della coscienza di ogni individuo. No, non sarà questo a fare da ostacolo.
– per come la vedo io, leader come D’Alema e Veltroni non possono che raccogliere, con una fase costituente significativa, con la straordinaria macchina organizzativa e territoriale di cui disporrà il PD, un buon 30%. Ma è presto per parlarne, e probabilmente ne sapremo di più fra qualche tempo. Stai attento, però, a non finire anche tu in quel 30%. Perché, sinceramente, credo che si faccia fatica a NON votare quel gruppo dirigente (dirigenti DL esclusi, visto che non credo ti stiano simpatici) che è di gran lunga il migliore d’Italia. E penso a Veltroni, D’Alema, Fassino, Finocchiaro, Bersani, Violante, Amato e a tanti altri…. Potremmo formare un governo (il Governo probabilmente più valido che la Storia italiana abbia mai avuto) con la sola classe dirigente degli attuali DS.
– Mi rendo conto, cmq, che tu sia affezionato all’idea “storica” della Sinistra, e a nulla serviranno le mie parole. E’ anche giusto così; solo che non credo che la maggior parte degli italiani sia così politicizzata da pensare al tuo stesso modo alla Sinistra.
Grazie,
leonardo
No, Leo, mi stai mettendo in bocca parole che non ho detto 🙂 Non posso, a 23 anni, essere affezionato alla storia della Sinistra, anche perchè non l’ho vissuta 🙂 E probabilmente non è neppure la collocazione politica a differenziarci piu di tanto, ma la fiducia che riponiamo in determinate affermazioni fatte dai NOSTRI dirigenti politici, nelle quali io vedo una pia illusione, mentre tu vedi una possibilità concreta.
Mi auguro sinceramente che Fassino, D’Alema, Veltroni, Violante, Finocchiaro, Bersani ed Amato riescono in questo progetto. Davvero, me lo auguro. E sono assolutamente pronto a votare PD nel momento in cui ci saranno le prove che sarà un partito che rispecchia maggiormente le MIE posizioni rispetto a quelle dei Teodem e della Binetti.
Purtroppo i segnali che vedo non sono confortanti: quelli che discutono, sono i DS. La Margherita invece viaggia serena e tranquilla perchè vede la controparte avvicinarsi a lei senza alcun bisogno di spostarsi. Ad uscire dal PSE, sono i DS, non la Margherita ad entrarvi. Se poi questi segnali verranno smentiti, tanto meglio, si è sempre in tempo a ricredersi. Nulla è definitivo in questo mondo, tranne la morte. Ma in questo momento, per come sono state pensate e portate avanti le cose, non me la sento di dare fiducia ad un progetto che ha le zampe di pastafrolla. Potrebbero diventare di cemento, ed allora avranno la mia piena approvazione, il mio voto, il mio impegno. Ma avrei preferito attendere di chiarirli tutti, questi aspetti, prima di andare avanti (il che non significa non fare il PD).
Mi è piaciuto il discorso di Fassino, ieri. Soprattutto mi ha colpito la metafora sul coraggio necessario nella vita. Condivido pienamente, ma voglio fare un piccolo appunto: qui non è una sola persona che cammina, e può permettersi di fare il passo piu lungo della gamba: qui ci portiamo in giro 56.000.000 di persone.
Concludo facendoti notare che Rossi e Turigliatto non rappresentano la totalità di quello che si trova a sinistra dei DS, e lo prova il fatto che siano stati allontanati dai propri partiti in seguito a quello che hanno fatto (la cui colpa, ribadisco, non deve ricadere sulle loro sole teste). Al contrario, la Binetti, che ha minacciato di far cadere il governo allo stesso modo (se ancora una volta la sinistra non avesse piegato la testa a certe pretese centriste), che si è rivelata razzista e xenofoba, non è stata allontanata dalla Margherita, ma solamente ripresa da Rutelli. Ecco, quindi, la chiave di volta: se l’avessero cacciata a calci, come è stato fatto con Rossi e Turigliatto, avrei piu fiducia nel PD.
Non intendevo dire che tu sia affezionato allo storia della Sinistra, bensì all’idea “storica” della Sinistra. Probabilmente è vero ciò che dici: tu vedi una pia illusione lì dove io vedo una grande occasione.
(cmq si discute molto anche tra i DL, che forse dovrebbero essere quelli più preoccupati visto che l’organizzazione territoriale dei DS può inghiottire quella della Margherita, e questo è molto sentito “dal basso”, nelle sezioni in cui si discute quotidianamente; e poi la Margherita è più brava a nascondere i problemi)
E’ terminata la stagione dei se, ed inizia quella dei come.
Spero che il PD soddisfi pienamente le nostre aspettative; spero di leggere sul tuo blog di un tuo ripensamento sul PD; sono altresì consapevole che la fase costituente sarà una fase difficile e dura, fitta di discussioni e polemiche, nonché immancabili delusioni; sono fiducioso, cmq, nella sintesi finale di questa fase.
Ti ringrazio per lo scambio di battute e la smetto di assillarti! 😉
Alla fine, come vedi, la discussione (non hai assillato nessuno, discutere fa parte della vita dell’uomo, ed è forse uno degli aspetti più importanti) è stata costruttiva, e abbiamo trovato un punto d’arrivo comune.
Ci tengo a ribadire che mi sento ancora parte dei DS, e lo resterò finchè non saranno fatti e finiti i due/tre/n partiti che nasceranno da questa vicenda. Per questo, non mi asterrò dal discutere i problemi che verranno fuori, durante la fase costituente. Non sarò attivo nelle sezioni (come non lo ero nei DS d’altra parte), perchè anche io ho 24 ore al giorno, e parte di queste devo passarle a letto, e le altre sono fin troppo occupate 🙂
Solo il futuro ci dirà dove andranno i DS, nella loro accezione democratica E socialista. Se il luogo di approdo sarà il Partito Democratico, la sarò anche io. Se sarà invece un nuovo partito più a sinistra, sarò la, spingendo perché si facciano tutti gli sforzi possibili per arrivare, infine, ad una Sinistra unita, forte, al governo.