Tè della serata: Darjeeling

darjeeling.jpgQuesta sera si va sul classico. E’ infatti venuto il momento di parlare del famoso tè di Darjeeling, città indiana del Bengala Occidentale, che può essere raggiunta tramite la “strada ferrata himalayana di Darjeeling” (il cosi detto “Toy Train”, “Treno giocattolo”), che parte dalla città di Siliguri, ad oltre 80 chilometri di distanza e che è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, oppure tramite una strada che ne segue il cammino e lo attraversa in più punti.

Si tratta di un tè nero particolarmente pregiato e rinomato (soprattutto in Inghilterra e nei paesi dell’ex impero britannico), al punto che negli anni si è guadagnato il soprannome di “champagne dei tè neri”, dal gusto particolarmente fruttato e delicato, poco tanninico e dal liquore color giallo intenso, con un retrogusto spesso identificato come “muschiato”, piuttosto persistente e gradevole (per questo motivo bisogna prestare attenzione a non lasciare troppo a lungo in infusione le foglie per evitare di renderlo amaro e sgradevole).

Cresce in un ambiente particolarmente piovoso e ventoso, ed a quote piuttosto elevate (intorno ai 2000-3000 metri) in enormi giardini particolarmente belli da vedere, coltivati a terrazze, le cui foto si trovano piuttosto facilmente anche su internet. Viene raccolto in 3 diversi periodi dell’anno, ed a seconda del raccolto, presenta qualità (e prezzi) piuttosto diversificati. A metà marzo si ha un primo raccolto, il piu pregiato e costoso, dal colore ed aroma particolarmente delicati.  Il secondo raccolto, che avviene intorno alla metà di giugno, produce un liquore maggiormente ambrato e dal sapore piu forte e tanninico. Infine vi è un raccolto autunnale, che segue la stagione delle pioggie, è quello di qualità inferiore, che presenta anche un sapore meno delicato. A volte viene effettuato un ulteriore raccolto intermedio tra il primo ed il secondo, che mescola le caratteristiche di queste due “flush”.

Questa qualità di tè, è tra le altre cose vittima di una forte falsificazione. La produzione infatti, che si aggira tra le 8.000 e le 11.000 tonnellate a seconda dell’annata, non basta a coprire la quantità venduta annuale, che ammonta a circa 40.000 tonnellate, che provengono di conseguenza da altri luoghi e vengono spacciate come originarie della famosa città indiana. Per cercare di porre rimedio a questo problema, la Tea Board of India ha creato un logo ed una certificazione di qualità che possono garantire la provenienza del prodotto.

Quella in mio possesso, è una varietà non particolarmente pregiata: una GFOP di seconda raccolta, dal colore piu scuro e dal gusto maggiormente tanninico e meno fruttato, ma comunque estremamente piacevole.

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